mercoledì 19 novembre 2008

India - I cristiani non temono le persecuzioni

Nonostante le minacce dei fondamentalisti indù
saranno regolarmente celebrate le messe

I cristiani in Orissa
non temono violenze a Natale


di Alessandro Trentin

La comunità cristiana in Orissa celebrerà regolarmente il Natale. È quanto si sottolinea dall'arcidiocesi di Cuttack-Bhubaneswar, in risposta all'annunciata notizia di una manifestazione degli estremisti appartenenti a vari movimenti politici, tra cui il Bharatiya Janata Party (considerato il "braccio" armato dei fondamentalisti) che hanno deciso di sfilare proprio il 25 dicembre, lungo le strade di Bhubaneswar, per protestare contro l'inerzia del governo che non ha ancora fatto arrestare i colpevoli dell'uccisione ad agosto dello Swami Laxanananda Saraswati, per la quale ingiustamente sono accusati i cristiani. Dunque le chiese e le parrocchie in Orissa resteranno regolarmente aperte per le celebrazioni. "Abbiamo avuto notizia della manifestazione e tra il 24 e il 25 dicembre - riferisce al nostro giornale un segretario dell'arcidiocesi don Matteo Kallarangatt - abbiamo programmato ugualmente due messe: una a mezzanotte del 24 e l'altra all'alba del 25; ma se sarà possibile e necessario ne è prevista anche una terza nella serata del 25. Non celebreremo invece messe durante la mattina e il pomeriggio sempre del 25". E aggiunge: "Siamo tranquilli che non accada nulla e per tale motivo i fedeli potranno partecipare regolarmente alle funzioni".
La manifestazione servirà ai fondamentalisti a ribadire le loro richieste al governo: da agosto hanno più volte posto il problema della mancata individuazione dei colpevoli e, ora, affermano di voler esprimere le stesse con un grande corteo.
Il vicepresidente del Bajrang Dal, un altro movimento politico, Subash Chouhan, ha osservato "che ormai sono trascorsi più di due mesi dall'assassinio del leader indù. Questa manifestazione serve ad avvisare il governo ad agire immediatamente per catturare i colpevoli dell'omicidio".
L'Orissa è lo Stato in India che ha pagato finora il prezzo più alto dell'ondata di violenza contro la comunità cristiana accusata di proselitismo. E le minacce non accennano a diminuire, anche se, sottolineano sempre dall'arcidiocesi, si registrano i primi passi di miglioramento della situazione in generale. Lo conferma sempre don Kallarangatt che precisa: "Alcuni funzionari del governo centrale hanno già avuto degli incontri con i funzionari dello Stato dell'Orissa e sono state decise delle azioni per fare fronte alla difficile situazione".
Il sacerdote, che è lui stesso parroco nell'arcidiocesi, ha spiegato, tra l'altro, che nelle zone interessate dalle violenze, quasi sempre quelle più remote dei villaggi, sono presenti soldati per proteggere la comunità da ulteriori attacchi. Inoltre, è in via di miglioramento anche la situazione per quanto riguarda i campi profughi, allestiti dal governo centrale per ospitare le famiglie che sono fuggite dalle persecuzioni. Don Kallarangatt ha fatto in particolare il punto della situazione delle presenze: "Nei mesi scorsi tra i rifugiati erano state toccate le 22.000 unità, mentre attualmente siamo scesi a circa 12.000".
Infine c'è da registrare un'altra iniziativa: il governo dell'Orissa ha annunciato un intervento per compensare economicamente le istituzioni religiose nel distretto di Kandhamal colpite dagli atti persecutori e vandalici degli aggressori indù.
In pratica riguardano compensazioni economiche che vanno da un minimo di 20.000 rupie a un massimo di 200.000. Secondo le cifre fornite si tratta di 150 tra chiese e altri edifici di culto che sono stati danneggiati nel distretto come ritorsione all'uccisione dello Swami Laxanananda Saraswati. Il governo ha deciso peraltro di istituire dei comitati guidati da ispettori che dovranno verificare l'esatto ammontare dei danni. Il lavoro degli ispettori dovrebbe essere completato entro il 25 novembre.



(©L'Osservatore Romano - 20 novembre 2008)

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